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Riforma della Pac 2021-2027

Incontro svolto a Portogruaro il 1° marzo

«Abbiamo qualche dubbio sulla centralità dell'agricoltura tanto sbandierata dalla politica. La realtà è che gli agricoltori staranno due anni senza la nuova PAC perché il Parlamento europeo non ha licenziato il provvedimento. Paghiamo l'incapacità della politica di programmare un'agenda agricola. La velocità con cui va il mondo purtroppo non coincide con i tempi burocratici che siamo costretti a subire».
Non ha usato giri di parole il presidente nazionale di CIA – Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, all’incontro promosso da CIA Venezia a Portogruaro per fare il punto sulla PAC 2021-2027 e prefigurando dunque una proroga di quella attuale.
Parlamentari europei, membri del governo, amministratori regionali e locali e i vertici del mondo CIA: c’erano proprio tutti a confrontarsi in un convegno che è servito per focalizzare l’attenzione sulla prossima Politica Agricola Comunitaria. Al dibattito, moderati dal direttore di Cia Venezia Mario Quaresimin, sono intervenuti il presidente regionale Gianmichele Passarini quello provinciale Paolo Quaggio, il responsabile Cia Dipartimento Sviluppo Agroalimentare e territorio Giuseppe Cornacchia.
Gli interlocutori politici sono stati invece Franco Manzato, sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole; gli europarlamentari Marco Zullo (M5S) ed Elisabetta Gardini (FI); Paolo De Castro, vicepresidente Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale Parlamento Europeo; Giuseppe Pan, assessore regionale all’Agricoltura; Fabiano Barbisan e Francesca Zottis, consiglieri regionali del Veneto.
La Pac rappresenta una necessaria integrazione di reddito per le imprese agricole europee ma essa è molto diversificata tra imprese, settori e nazioni. La proposta di budget assegna alla Pac, per il nostro Paese, 24,9 miliardi per i pagamenti diretti, 2,5 per gli interventi OCM e 8,9 per lo sviluppo rurale. Si tratta di una riduzione di circa il 4% per i pagamenti diretti ed OCM, e di oltre il 15% per lo sviluppo rurale.
Tra le novità, anche il fatto che non ci saranno più PSR regionali, ma un unico Piano Strategico Nazionale.
«Potrebbe essere una semplificazione – ammette Passarini – perché eviterebbe che ogni Regione debba confrontarsi con Bruxelles per l’approvazione del proprio PSR. Ma è necessaria una generale presa di posizione politica, molto forte, relativa alla necessità di giungere in tempi dati ad una visione condivisa (tra Ministeri e Regioni) delle complesse materie in esame».
Il presidente provinciale Quaggio ha auspicato il mantenimento dell’attuale budget. «La Pac non è una semplice politica settoriale, ma ha relazioni essenziali con l’ambiente, la gestione del territorio, la coesione sociale ed il benessere dei cittadini. In questa fase storica di grandi sfide planetarie non si giustifica una sua riduzione».
«Dobbiamo avere una visione lungimirante dell'agricoltura», ha concluso il sottosegretario Manzato. «Serve una politica aggressiva. Come made in Italy siamo il top a livello mondiale, ma non lo siamo per ciò che riguarda l'aspetto quantitativo. A novembre abbiamo avviato sei tavoli di filiera per poter programmare l'agricoltura dei prossimi vent'anni. Il reddito degli agricoltori deve provenire più dall'attività delle loro aziende, piuttosto che dal contributo Pac».