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8 marzo: accendiamo i riflettori sull’imprenditoria agricola femminile

8 marzo: accendiamo i riflettori sull’imprenditoria agricola femminile

Cia Venezia e Donne in Campo Veneto: «Trecento aziende “rosa” sparite nell’anno della pandemia, occorrono misure di sostegno”

Duecentonovantadue. È il numero di aziende agricole femminili scomparse in Veneto nell’anno della pandemia, 48 delle quali solo in provincia di Venezia.
Il 2% in meno, secondo i dati dalla Camera di Commercio di Vicenza validi per tutta la regione, con una regressione da 14.403 a 14.111. unità. Nella nostra provincia si passa da 1653 a 1605.
«L’8 marzo della Cia – spiegano il presidente di Cia Venezia Paolo Quaggio e la presidente di Donne in Campo Veneto Michela Brogliato – lo abbiamo voluto dedicare alle donne che lavorano in campagna. Sono tante (in Veneto più di una su 5, esattamente il 22,8% del totale delle aziende agricole, che sono poco più di 62mila) e si distinguono non solo per l’attenzione con cui conducono le proprie aziende, ma anche per l’impegno a tramandare le culture locali alle nuove generazioni.

Le aziende agricole al femminile sono le più propense alla diversificazione delle attività a integrazione del reddito, quella che in Cia chiamiamo multifunzionalità. Lo fanno attraverso le fattorie didattiche, attraverso l’accoglienza degli anziani, dei disabili e degli emarginati, delle donne in difficoltà a difendere l’agricoltura di montagna. Le donne in campo sono impegnate a costruire asili nelle aziende dove insegnare ai bambini il valore dell’agricoltura e dell'ambiente e ad offrire catering agricoli alle vicine città».

I dati sulle chiusure delle attività tra la fine del 2019 e la fine del 2020 dimostrano che il sistema ha sostanzialmente retto, ma ha pagato un prezzo salato.
«Non c‘è provincia del Veneto – confermano Quaggio e Brogliato – che non chiuda il 2020 con il segno meno: Venezia chiude con un -2,9%, rispetto a una media regionale appunto del -2%. Il dato è più alto anche rispetto alla media italiana (dove si registra un saldo negativo dell’1,2%)».

Preoccupa un ulteriore segnale, cioè il calo delle imprese agricole femminili giovanili, cioè con conduttori under 40. «Tra il 2019 e il 2020 il saldo è positivo in tutta la regione (+1,2%). Ma Venezia chiude con il -4,4%, un calo consistente. È una ipoteca negativa sul futuro il fatto che si arrendano anche le imprenditrici giovani».

Una giornata dunque dedicata alla riflessione su un asset strategico dell’agricoltura. «Non si tratta di quote rosa o di opportunità: ma come in tutti i settori, le donne hanno dovuto sopportare un peso maggiore durante la pandemia, dovendo occuparsi della casa, dei figli e del lavoro senza che venisse loro garantito un adeguato supporto».
Il governo ha confermato per il 2021 uno stanziamento di 15 milioni di euro per la concessione di mutui a tasso zero, fino a 300 mila euro e della durata massima di quindici anni, per iniziative volte allo sviluppo e al consolidamento di aziende agricole condotte da imprenditrici attraverso investimenti nel settore agricolo, nella trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli.
«Una misura importante – conferma la presidente Brogliato – ma che fatica a trovare applicazione, come vediamo per le pratiche legate allo stanziamento del 2020. Si tratta inoltre di un mutuo, non di un aiuto a fondo perduto, che dovremo restituire».

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