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Siccità in Veneto

Siccità, CIA Veneto incontra ANBI e Regione Veneto

Il presidente Gianmichele Passarini: «Agricoltura fondamentale per affrontare le sfide, ruolo va riconosciuto e valorizzato»

Siccità, la soluzione è composta da tante soluzioni. Sembra un gioco di parole, ma è quanto emerso dal confronto organizzato da Cia Veneto con l’ANBI (l’associazione dei Consorzi di Bonifica), con la Direzione Bonifica e Irrigazione della Regione Veneto e alla quale hanno partecipato i presidenti e i direttori provinciali di Cia, oltre che i consiglieri CIA eletti nei consorzi di bonifica del Veneto.

«Che sono la nostra ricchezza – ha spiegato il presidente di Cia Veneto Gianmichele Passarini – perché sono persone competenti, che conoscono il territorio, che pensano in ottima di sistema. Non siamo al punto di non ritorno sulla siccità, nonostante la gravità della situazione. Ma lo siamo per quanto riguarda la messa in campo delle soluzioni: ci vogliono velocità, procedure snelle, zero burocrazia: forse è proprio il caso di pensare a figure commissariali per affrontare la questione». 

«Ci troviamo al centro di una tempesta perfetta – ha spiegato Andrea Crestani, direttore di Anbi Veneto – uno scenario che non ha eguali negli ultimi 100 anni. Si fa riferimento al 2003, al 2017, ma in verità è una situazione nuova: non abbiamo piogge costanti da più di 5 mesi, non abbiamo avuto neve, non abbiamo apporti nei laghi. Abbiamo poi poca pressione dai fiumi e dall’irrigazione, e ciò favorisce la risalita del cuneo salino, con infiltrazione nelle falde. In sostanza, non c’è un indicatore positivo. È già stato dichiarato lo stato di calamità e i consorzi sono obbligati a razionare le scarse risorse idriche».

Crestani ha ricordato che solo una parte della distribuzione dell’acqua consortile è destinata al fabbisogno degli agricoltori. «Si tratta di circa il 30%. Il resto è destinato a servizi ecosistemici (parchi, aree storiche, ricarica delle falde, bacini di fitodepurazione). Il nostro è un territorio che vive di acqua: fiumi, canali, paesaggi, ville venete: non riusciremmo a immaginare il Veneto senza acqua». 
Per ANBI, la strada maestra è quella di accumulare più acqua possibile durante l’arco dell’anno. 
«Tra il 2018 e il 2021 i Consorzi hanno richiesto e avviato 119 progetti, con finanziamenti per 304 milioni di euro. E nel PNRR ci sono progetti per 225 milioni di euro sul risparmio idrico». 

Più lunga e complessa, invece, la strada per la realizzazione degli invasi.
«Negli ultimi 20 anni – conferma il direttore della Direzione Bonifica e Irrigazione della Regione Veneto Franco Contarin - il tema degli invasi non è stato prioritario. In questi due decenni la Regione ha finanziato 900 progetti per 800 milioni di euro, ma solo 12 riguardavano invasi. Certamente la Regione proverà a battere questa strada, anche con dei finanziamenti, ma è necessario che ci sia una presa di coscienza degli imprenditori, dobbiamo pensare a micro-investimenti aziendali, così come a investimenti su reti di irrigazione più efficienti. Il ruolo di associazioni come la Cia è importante per accompagnare le aziende in questo cambiamento».

Il dibattito con i consiglieri CIA nei Consorzi ha portato alla luce proposte, progetti, criticità.
«All’agricoltura sono richieste tante cose in questa epoca: dobbiamo produrre cibo, salubrità, energia, sostenibilità, mantenimento degli ecosistemi… E’ giusto dunque che la politica si renda conto che il ruolo dell’agricoltura è centrale per le sfide di oggi, che il nostro lavoro è fondamentale per un futuro sostenibile. È un lavoro che valorizzato, premiato, riconosciuto, perché serve a tutta la società».