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No Prosek

No Prosek, si alla tutela di tutte le denominazioni

Cia Venezia: “La Regione è la prima a livello nazionale per numero, 89, e valore, 4,384 miliardi di euro, dei prodotti riconosciuti dall’UE. Nella nostra provincia l’impatto economico è di 330 milioni di euro”.

89 cibi e vini certificati, il Veneto è la prima Regione in Italia per numero e valore di prodotti a Denominazione riconosciuti dall’UE. “Un patrimonio che siamo chiamati a salvaguardare da imitazioni o da tentativi di appropriazione della denominazione stessa da parte di chi non ha alcun titolo per farlo”, sottolinea Cia Venezia. Come nel caso, l’ultimo in ordine di tempo, del “Prosek” croato, rispetto al quale la Commissione Agricoltura dell’Europarlamento ha chiarito che “le menzioni tradizionali non possono evocare Denominazioni di origine protetta”. “L’Europa non ha fatto altro che ribadire un concetto chiave, che portiamo avanti da sempre – commenta la presidente di Cia Venezia, Federica Senno– Le Dop, le Igp, insieme a tutte le denominazioni del vino, vanno tutelate attraverso quegli strumenti che la normativa mette a disposizione”. Secondo le ultime stime dell’Osservatorio Ismea-Qualivita, in Veneto il settore dei prodotti (cibo e vino) a denominazione ammonta a 4,817 miliardi di euro all’anno, ovvero il 62% del valore della produzione agricola annua regionale (complessivamente, 7,7 miliardi di euro, dati indicati nell’ultimo report di Veneto Agricoltura). Il comparto dei prodotti agroalimentari Dop e Igp vale 433milioni di euro, mentre quello vitivinicolo (Doc, Docg e Igt) addirittura 4,384 miliardi di euro.

In provincia di Venezia, l’impatto economico è di 330 milioni di euro, alle spalle di Treviso, Verona, Vicenza e Padova e prima di Belluno e Rovigo. La zona più vocata è quella del Veneto Orientale.
“Siamo chiamati a difendere le nostre eccellenze, che richiamano valori quali la tradizione e l’identità - aggiunge Senno – Non solo. Fra le battaglie che ci contraddistinguono, l’istanza di un equo reddito a favore degli imprenditori agricoli: nel caso dei prodotti a denominazione sono tenuti a rispettare dei disciplinari rigidissimi, che comportano pure delle ingenti spese anche a garanzia del consumatore finale”. Nel caso specifico del settore vitivinicolo, precisa la presidente di Cia Venezia, “promuoviamo in ogni sede opportuna la protezione delle relative denominazioni. Contestualmente, siamo convinti che il comparto debba rimanere all’interno del sistema OCM, Organizzazione Comune del Mercato vitivinicolo”. Si tratta della regolamentazione unica dell'Unione Europea che serve, appunto, a disciplinare il comparto stesso, definendo sia le norme di produzione che i contributi a fondo perduto assegnati alle aziende. “Questa misura è strategica – conclude – in quanto è propedeutica alla concessione di finanziamenti e contributi, pure a fondo perduto, per i Produttori Vitivinicoli”.