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Legge agriturismo

Il Consiglio approva le modifiche alle legge regionale agriturismo

«Si è trattato di un lavoro lungo e complesso, che ha visto CIA Veneto impegnata negli ultimi quattro anni con analisi, idee e proposte. Abbiamo raggiunto un ottimo risultato, ottenuto con la discussione e il confronto con le parti in causa. Le fughe solitarie di altre associazioni portano soltanto discredito al mondo dell’agricoltura e umiliano il lavoro di concertazione e il senso di responsabilità di chi, come noi, abbiamo pensato agli interessi generali di un comparto così importante per la nostra regione».

Non usa giri di parole il presidente di Cia Veneto Gianmichele Passarini dopo l’approvazione della legge regionali sugli agriturismi e le polemiche per una presa di posizione solitaria di un’altra associazione.

«Lo ha detto l’assessore all’agricoltura e al turismo Federico Caner in Consiglio, lo ribadiamo anche noi di Cia Veneto: questa non è la legge di una associazione o di una categoria. È una legge di tutti, che chiarisce alcuni punti controversi, che dà certezze normative, che può dare slancio ad un settore importante per il reddito degli agricoltori e per l’offerta turistica».

Passarini ricorda che gli agriturismi veneti esprimono valori precisi: «Sostenibilità, sicurezza alimentare, cultura, tradizione, messi ogni giorno a disposizione dei cittadini».
«All’assessore Caner va riconosciuta coerenza e costanza – aggiunge Passarini – perché già in tempo di Covid e di lockdown aveva compreso le esigenze degli agricoltori e degli agriturismi, rendendo possibile l’attività di asporto. Adesso questa pratica è entrata nella legge ed è sicuramente un aspetto positivo. È vero, c’è stato un emendamento sul catering e probabilmente la giunta regionale dovrà intervenire con dei chiarimenti, ma si tratta sicuramente di un passo avanti».

«Il settore agrituristico veneto – ricorda Donata Cenedese, la presidente di Turismo Verde Veneto, l’associazione di CIA che si occupa degli agriturismi – conta circa 1500 aziende in attività (anno 2019) con una presenza distribuita nelle sette province, Verona con 418 strutture, Treviso con 311, Vicenza 231, Padova 179, Venezia e Belluno 132, Rovigo 53. Recuperiamo i dati del 2019, visto che gli anni 2020 e 2021 sono stati condizionati dalla pandemia. In quell’anno si sono registrate in tali strutture circa un milione di presenze con un aumento del 5,8% sull’anno precedente. Vale la pena di sottolineare che le presenze turistiche complessive nella regione hanno raggiunto i 65 milioni, vale a dire che l’agriturismo ne ha intercettate poco più dell’1,5%. Tale domanda di turismo rurale è, seppur nei numeri descritti, una precisa richiesta da parte di una tipologia di turisti che se non la trovassero nei nostri agriturismi la cercherebbero altrove (altre regioni di Italia, ma anche Francia e Croazia), rischio che la nostra regione non si può permettere di correre e che ora vede, con l’approvazione della legge, chiarezza e possibilità di rilancio per il settore».