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Treviso mare

Treviso mare, il no di CIA Venezia

Questo progetto non risolve il problema traffico e penalizza le attività agricole 

“Giuste compensazioni economiche agli agricoltori ai quali vengono sottratti terreno e reddito; compensazione ambientale, ovvero infrastrutture a impatto zero in termini di CO2; progetti che non diventino cesoie territoriali ma cerniere ambientali”. 

Sono i tre paletti che CIA Venezia, per voce della presidente Federica Senno, pone per la Treviso mare. “Opera alla quale siamo fortemente contrari. È evidente che c’è un problema di flussi turistici che si riversano verso il litorale, ma questa superstrada del mare, così com’è, non li risolve affatto, anzi. Taglia territori, sottrae terreno e reddito agricolo, chi non vorrà pagare il pedaggio intaserà le strade di quartiere, non è finanziata né progettata la viabilità complementare”.
Le considerazioni di Cia Venezia sono riferite a questa nuova arteria ma hanno valenza generale, “visto che il nostro territorio – aggiunge Senno - è di nuovo al centro di molti progetti infrastrutturali: oltre la Treviso mare, anche la bretella ferroviaria per l’aeroporto e la nuova Romea”. 

Nel caso specifico della nuova arteria, la presidente Senno segnala il nodo irrisolto della viabilità in corrispondenza della rotatoria Frova a Jesolo e la totale mancanza di gestione dei flussi turistici che intendono proseguire verso Cavallino.
“Il progetto, inoltre, non consente l'accesso agli agricoltori ai propri fondi né contempla una viabilità complementare che consenta ai mezzi agricoli di spostarsi in sicurezza. Mentre verrà costruita l’opera, i trattori che strada dovranno fare? Il progetto va implementato e va garantito l'accesso a tutti i terreni, altrimenti si toglie reddito e terreni ad un comparto già in difficoltà. E infine è necessario considerare nella progettazione e nella valutazione complessiva dell'opera anche quelle che sono le ricadute nei territori limitrofi in termini di traffico, sicurezza, inquinamento e collegamenti e prevedere tutte le opere complementari e di compensazione necessarie a rendere funzionale l'opera”.

Stante però l’impossibilità di impedirne la realizzazione, CIA Venezia chiede alcune garanzie perché il progetto possa migliorare. “Chiediamo almeno che le opere siamo sostenibili dal punto di vista ambientale attraverso i corridoi verdi, la piantumazione di alberi, il contenimento dell'inquinamento acustico. Non ha senso restituire agli agricoltori pezzi marginali di fondi difficilmente coltivabili: meglio che l'ente gestore se ne faccia carico e valorizzi i terreni di risulta piantando alberi. Chiediamo inoltre alla Città Metropolitana di Venezia e alla Regione Veneto l’apertura di un tavolo di confronto con tutti i soggetti economici e tutti i comuni interessati direttamente o indirettamente dalla Treviso mare. C'è bisogno – conclude Senno - di cercare di fare sintesi e di raccogliere tutte le richieste che provengono dagli agricoltori e dai territori”.