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Grano e mais, prezzi in picchiata

Grano e mais, prezzi in picchiata, agricoltori in perdita

CIA Venezia: «La guerra Russia-Ucraina e i cambiamenti atmosferici incidono pesantemente. A rischio la tenuta di 5.000 aziende nel Veneziano»

«Il grano del 2022 ci veniva pagato 40 € a quintale, mentre quest’anno non si superano i 23 €. Il mais è quotato al massimo 21 € contro i 36 € dello scorso anno: lavoriamo gratis, se non in perdita».
Un quadro preoccupante, quello descritto dalla presidente di Cia Venezia Federica Senno.
«Si sta assistendo ad un crollo del prezzo del grano e del mais con valori che non vanno a coprire nemmeno i costi di produzione. Ci siamo sempre lamentati di prezzi troppo bassi, ma ora che i costi di produzione sono schizzati alle stelle, i prezzi non sono più sostenibili per le aziende agricole”.

Le aziende coinvolte sono moltissime e costellano tutto il territorio provinciale.
«Ci stiamo riferendo – conferma Senno - a oltre duemila imprese che coltivano diecimila ettari a grano (principalmente tenero) e tremila aziende con oltre trentamila ettari coltivati a mais che stanno facendo i conti con un calo dei prezzi vertiginoso se paragonato allo scorso anno».

Secondo quanto emerge da un’analisi Cia a livello nazionale, una spiegazione può essere trovata nelle speculazioni e distorsioni commerciali provocate dall’afflusso di grano in eccesso sul mercato europeo. Il calo di produzione in Ucraina, a causa della guerra, è largamente soppiantato da un raccolto record in Russia, che ha raggiunto i 153-155 milioni di tonnellate di cereali (85 milioni delle quali di grano), ha riempito i silos e invaso i mercati internazionali.

Numeri che mettono in pericolo la tenuta del mercato interno: il Veneto è il primo produttore di mais in Italia con una superficie complessiva di 184.000 ettari, con Venezia seconda provincia (dopo Padova). Per la coltivazione di frumento tenero, il Veneto raggiunge 96.000 ettari (Venezia segue Rovigo e Padova).
«Al calo dei prezzi – aggiunge la presidente di Cia Venezia – si sommano gli effetti dei cambiamenti climatici. Registriamo un calo di produzione vicino al 15% per il grano e 20% per il mais a causa del maltempo durante la primavera ed estate scorsa. L’autunno, di contro, è stato siccitoso (tra settembre e ottobre di quest’anno sono piovuti appena 4,6 millimetri di pioggia, in tre giornate. Ci auguriamo che venga messo un freno alla speculazione e si possano aiutare i nostri agricoltori, puntando sui nostri prodotti piuttosto che su quelli provenienti dall’estero».