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Pensionamento Mario Quaresimin

Il direttore e già presidente di CIA Venezia Mario Quaresimin va in pensione

Dopo quasi 40 anni al servizio dell’agricoltura nel territorio veneziano

Meritata pensione per una delle colonne dell’agricoltura veneziana: venerdì 30 luglio sarà l’ultimo giorno di lavoro di Mario Quaresimin, storico dirigente della Cia Venezia.

Entrato nella confederazione nel 1983 come tecnico, nei primi anni ha seguito un centinaio di aziende zootecniche e orticole nel miranese. Nel 1987 il primo ruolo dirigenziale all’interno di quella che ancora si chiamava ConfColtivatori: è nominato responsabile di zona nel Miranese. Nel 1991 viene eletto presidente provinciale della Confederazione, carica che ricopre per 20 anni.
«Sono stati anni di grande crescita per l’organizzazione», ricorda Quaresimin. «Dal 1992, con il cambiamento di nome in CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) comincia un percorso di accreditamento e riconoscimento della nostra associazione. Il merito è dei tanti tecnici, collaboratori e collaboratrici che hanno lavorato con me in questi anni. E non è mai mancato l’appoggio degli agricoltori, che hanno sposato le mie idee e mi hanno sostenuto nel realizzarle. Un pensiero di gratitudine particolare va a Eugenio Bruno Ballan, partigiano e sindacalista, che mi ha fatto entrare in questo mondo e che è stato sempre vicino alla CIA».

Una svolta importante è quella del 2011: con l’autoriforma della CIA, lo statuto stabilisce che il ruolo di presidente debba essere ricoperto da un agricoltore. A Venezia quindi subentra Paolo Quaggio e Quaresimin diventa direttore provinciale, carica che ha ricoperto in questi ultimi 10 anni.
«Altrettanto impegnativi, perché nel frattempo il mondo agricolo è cambiato: sono mutati i sistemi di produzione, è cambiata la distribuzione, c’è stata una evoluzione importante. Per troppo tempo, forse, non è stata colta l’importanza del settore primario per la nostra quotidianità. Durante la pandemia, con il lockdown, invece tutti si sono accorti di quanto fosse importante il lavoro agricolo, che non si è mai fermato, che - nonostante le restrizioni e le necessarie misure per la sicurezza - ha permesso che sulle tavole di tutti noi non mancasse mai nulla».

Quaresimin lascia una CIA Venezia in salute, protagonista nei tavoli di lavoro con gli enti locali, ferma nelle sue posizioni (dalla salvaguardia del territorio alle infrastrutture, dalla valorizzazione delle tipicità locali all’impegno sulla sostenibilità).
«Quest’ultima sarà la sfida del futuro: ricerca, innovazione e sviluppo dovranno accompagnare l’evoluzione dell’agricoltura. Il rammarico è che – nonostante tutti gli sforzi – agli agricoltori non venga riconosciuto il reddito che meritano per l’enorme lavoro che compiono ogni giorno. Ma noi continueremo ad impegnarci in questo senso. Il nuovo direttore, Angelo Cancellier (già responsabile di zona di San Donà e Portogruaro) con tutta la squadra della confederazione, sarà all’altezza di questo compito. I soci – che ringrazio ancora – sono la nostra forza: sentiamo la responsabilità di rappresentarli al meglio e di pensare, in generale, al bene dell’agricoltura».

«E poi credo – conclude Quaresimin - che dovremo valorizzare il fatto di essere a Venezia, che resta un richiamo turistico senza pari in tutto il mondo. Investire sull’ospitalità, sul mantenimento di un paesaggio agricolo così peculiare, puntare su un’offerta enogastronomica di qualità: sono questi gli obiettivi che CIA Venezia dovrà perseguire, anche per offrire prospettive alle nuove generazioni di agricoltori, che altrimenti non vorranno più fare questo mestiere».

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