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Lavori stagionali

Lavori stagionali, solo 20 permessi con il Decreto Flussi

 

Quaggio: «La burocrazia si scontra ancora una volta con la realtà»

«Lotta al caporalato e decreto flussi, occorre chiarire la contraddizione». Paolo Quaggio, presidente di CIA Agricoltori Italiani Venezia, commenta così le quote di ingresso per lavoratori extracomunitari per il 2019.
«Qualche giorno fa la Prefettura di Venezia ha diffuso il dato previsto dal Decreto Flussi 2019, quello che regola i flussi di ingresso in Italia di lavoratori extracomunitari. Su un totale italiano di 18.000 ingressi consentiti, alla provincia di Venezia ne sono stati assegnati 20 per lavoratori extracomunitari stagionali».
Attenzione, i venti lavoratori possono essere impiegati in qualsiasi settore stagionale. «E in una provincia come la nostra, con le attività turistico-ricettive delle spiagge, da Jesolo a Sottomarina, senza contare gli 8 milioni di turisti che ogni anno alloggiano negli alberghi della sola Venezia, questo numero diventa insignificante. Venti persone per bar, ristoranti, alberghi, spiagge. E le imprese agricole, che sono anch’esse fortemente condizionate dalla stagionalità? Siamo in fase di semina di colture e raccolta di altre. Tra poche settimane comincerà la vendemmia. Se è vero che da una parte riusciamo a coprire la richiesta con l’impiego di lavoratori comunitari (come avviene per esempio al Cavallino con braccianti dell’Europa dell’Est), dall’altra si preclude alle aziende la possibilità di utilizzare le opportunità offerte dal Decreto Flussi».
Quaggio ricorda che la CIA, insieme alle altre associazioni agricole, ha firmato con la Regione Veneto un protocollo per il contrasto al caporalato. «I numeri del Decreto Flussi purtroppo cozzano con la realtà. «Con sempre meno posti stagionali regolari, rischiamo di aprire le porte allo sfruttamento. Caporalato non vuol dire soltanto illegalità, ma anche insicurezza e mancanza di controlli: il legame con gli infortuni sul lavoro diventa poi inevitabile.
È un esempio di come la burocrazia e i provvedimenti ostacolino il lavoro quotidiano delle imprese agricole. «A questo si aggiunga che ormai da un anno sono stati aboliti i voucher, strumento di valido ausilio all’emersione del lavoro sommerso e che si è rivelato di fondamentale importanza per molte forme di lavoro stagionale: non sappiamo più come affrontare la situazione, a parole tutti dicono che l’agricoltura è un settore strategico del nostro Paese, ma nei fatti non esistono misure per sostenerlo».