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Con vittoria Biden attesa su politiche commerciali Usa

Con vittoria Biden attesa su politiche commerciali Usa

Stati Uniti primo mercato per i vini locali
 

Come cambierà la politica commerciale degli Stati Uniti, adesso che è arrivata l’ufficialità della vittoria di Joe Biden? È la domanda che si stanno ponendo i produttori vinicoli veneti, che da soli rappresentano il quarto esportatore mondiale. Tra circa un mese la Casa Bianca avrà un nuovo inquilino e tra le prime mosse ci si aspetta qualcosa che riguardi gli scambi commerciali.
L’export di vino italiano si pone ai vertici planetari, visto che nel 2019 fa registrare quasi 6,4 miliardi di euro di vendite all’estero. Il Veneto, da solo, con i suoi 2,31 miliardi di euro, rappresenta una quota in valore sul totale esportato dall’Italia del 36% circa, facendolo porre in una classifica virtuale al quarto posto mondiale, alle spalle di Francia, Italia e Spagna, precedendo Cile e Australia.
«E sono proprio gli Stati Uniti – conferma il presidente di Cia Veneto Gianmichele Passarini – il principale mercato di esportazione dei vini veneti. Nel 2019 una bottiglia veneta su cinque è andata in Ameria: il valore in euro, nel 2019, è stato di quasi 474 milioni di euro. Una crescita poderosa, visto che all’inizio del decennio, nel 2010, la quota era di 190 milioni di euro. C’è stato un balzo in avanti del 148,2%, per una quota di mercato che è appunto del 20,1%».
Considerato inoltre che il secondo Paese per quote di export è il Regno Unito (410 milioni di euro di valore, 17,4% del mercato) – dove sono ancora incerti i destini dei commerci post Brexit, si capisce quanto sia importante mantenere il canale preferenziale con il mercato oltre oceano. La crescita riguarda tutti i tipi di vino: per i vini spumanti, gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato di sbocco (per un valore di 228 milioni di euro nel 2019), mentre per i vini fermi la quota di mercato è di 238 milioni di euro). Viaggiamo cioè verso il mezzo miliardo di euro solo nei confronti degli Stati Uniti.
«I 4 miliardi di dazi Ue sulle merci Usa non rappresentano una compensazione per i nostri produttori agricoli, sono solo il prolungamento di una lunga battaglia commerciale che auspichiamo possa terminare prima possibile con la nuova amministrazione Biden», aggiunge Passarini. «I dazi sono i peggiori nemici dei vini italiani da una parte – aggiunge Passarini – e della qualità dall’altra, perché i mercati di sbocco cercherebbero di ovviare comprando merce meno cara ma di un livello sicuramente più basso rispetto a quello italiano. Bisogna invece perseguire la strada degli accordi».