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40 anni di Cia a Cavallino

CIA Agricoltori Italiani festeggia 40 anni di presenza a Cavallino

Quaggio: qui si è realizzata la vera complementarietà tra turismo, agricoltura e ambiente

Venerdì 3 dicembre la CIA Agricoltori Italiani sezione di Cavallino Treporti ha festeggiato i 40 anni di presenza nel litorale, con una serata celebrativa presso l’Agriturismo Le Saline a Lio Piccolo.

Era infatti l’anno 1981 quando, con l’iniziativa di qualche agricoltore della zona come Luciano e Roberto Scarpa, Marino Salvalaggio, Galdino Vianello e un paio di funzionari dell’allora Confcoltivatori di Venezia quali Alessandro Bonotto e Gianni Rasera, veniva aperto il primo ufficio zona della CIA (allora CIC).
Ora la Cia del Litorale conta di una cinquantina di associati come imprese agricole professionali, produttrici prevalentemente di ortaggi sia in serra che a cielo aperto, oltre che le migliori aziende agrituristiche del territorio.
«Non si può non sottolineare – commenta il presidente di Cia Venezia Paolo Quaggio - il felice connubio tra agricoltura locale, la conservazione del territorio, la produzione di colture orticole di elevata qualità e le numerose presenze turistiche nell'area. Questo territorio vanta una produzione di qualità di prodotti orticoli freschi che lo colloca ai primi posti su scala nazionale. La complementarietà tra turismo e agricoltura ed agricoltura e ambiente è un pilastro per lo sviluppo del territorio del litorale e del turismo stesso».

C'è ormai una correlazione evidente - per l'opinione pubblica - tra la qualità delle produzioni agricole e la positiva funzione ambientale svolta dagli agricoltori come tutori del paesaggio. Ecco che il ruolo dell'agricoltura, e più in generale dell'ambiente, risultano fondamentali per la rinascita del territorio.
«Il turista – conferma Quaggio - è interessato alla qualità ambientale, a vivere a contatto con la natura. Il settore agricolo diventa quindi primario per affermare il rilancio di un'offerta che punta sull'abbinamento di turismo all'aria aperta e agriturismo, sulla valorizzazione dell'orticoltura e dei prodotti tipici locali, offrendo servizi diversificati grazie ad un notevole miglioramento del settore (vedi la vendita diretta ed i farmers market). Tutto questo deve però essere riconosciuto da tutti gli operatori locali del sistema: il dato che dice che solo il 10% dei prodotti orticoli locali viene venduto nell'area comunale è significativo, per non parlare del 5% degli imprenditori agricoli locali che vendono i loro prodotti direttamente in azienda.

Dovrà necessariamente esserci un'inversione di tendenza affinché ci sia realmente un'ampia ricaduta, anche sul comparto agricolo, del miglioramento economico generato dal turismo, provocando così un positivo effetto di innalzamento dei livelli di benessere dell'area».