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Vendemmia 2019

Vendemmia 2019, annata positiva ma mercato statico

Partecipato convegno di Cia Venezia ad Annone Veneto

Conclusa la fase di raccolta, è arrivato il momento di fare il punto sulla vendemmia 2019, soprattutto esaminando le prospettive di mercato. Oltre 200 persone hanno affollato martedì sera la sala della Tenuta Polvaro, ad Annone Veneto, per seguire il convegno organizzato da Cia Agricoltori Italiani di Venezia.
La scelta di Annone non è stata casuale: il territorio fa parte dell’area DOC Lison-Pramaggiore, e qui si producono vini di altissima qualità (Lison classico, Pinot grigio, Chardonnay, Prosecco, Riesling, Sauvignon, Verduzzo, Merlot, Malbec, Cabernet e Refosco dal peduncolo rosso). Il sindaco della città, intervenuto all’incontro, ha ricordato che la produzione agricola di Annone è composta per l’85% da vino, mentre il restante 15% è di seminativi.
«Non abbiamo ancora i numeri definitivi – ha spiegato Paolo Quaggio, presidente di Cia Venezia –  ma l’annata si prospetta di ottima qualità e anche di buona quantità».
Dopo un aperitivo di benvenuto con una degustazione di vini della Tenuta Polvaro e dopo i saluti del presidente provinciale Quaggio e regionale Gianmichele Passarini, i lavori – coordinati da Angelo Cancellier, responsabile Cia Area Veneto orientale - sono stati aperti da Giuseppe Facchin, responsabile settore vitivinicolo Cia Veneto. «I vini veneti – ha spiegato – rappresentano il 35% del totale dei vini italiani esportati. Un dato che va inserito in un contesto di forte concorrenza per il quale dobbiamo pensare assieme ai nostri viticoltori ad una filiera organizzata. Il Prof. Vasco Boatto ha sottolineato fortemente come la domanda del prodotto vino sia in un contesto molto statico e che si registra un rallentamento del tasso di crescita delle vendite dei vini veneti con prospettive di reddito tendenzialmente stabili. Questo anche perché c’è un forte aumento della concorrenza». Tra le ricette da prendere in considerazione, Boatto ha affermato la necessità dell’aumento del ruolo dei Consorzi di tutela, la necessità di interventi normativi sulle politiche del comparto, in particolar modo nella nuova riforma della PAC 2021-2027, e il potenziamento della ricerca e della formazione.
Gianluca Fregolent, vicedirettore dell’Area Sviluppo Economico Regione Veneto ha parlato della “sostenibilità per il settore vitivinicolo”, approfondendo il tema del corretto impiego dei prodotti fitosanitari. Il presidente del Consorzio Prosecco Doc Stefano Zanette ha ricordato il compito di tutela e promozione del Consorzio, puntualizzando il tema dello stoccaggio. «La ragione che ha portato all’attivazione dello stoccaggio – ha spiegato - al fine di poter mantenere il valore della materia prima, è stata l’incertezza di mercato a causa della Brexit da un lato e dell’applicazione dazi USA dall’altro (attualmente evitata, ma l’allerta rimane!). Con una produzione libera a 150 q/ha, il volume disponibile consentirà di evitare un collasso del mercato in caso di una contrazione delle vendite (-5%), ma al tempo stesso tale misura permetterà di soddisfare incrementi delle vendite mediante un destoccaggio (flessibilità dello strumento), mantenendo stabile il valore».
E proprio sull’importanza degli accordi commerciali e di libero scambio ha concluso il presidente nazionale di Cia Agricoltori Italiani Dino Scanavino. «Meglio un accordo che sacrifichi qualcosa che la deregulation totale. Bisogna avere un approccio positivo verso questi accordi, servono per tutelare le nostre produzioni, la nostra qualità».