PAC

De Castro ad agricoltori Ue, difficile riforma entro 2021

A Bruxelles il Praesidium del Copa-Cogeca. Budget sfida principale
 

L’Europa non può varare una nuova Pac senza definire l’ammontare di risorse che avrà a disposizione la politica agricola una volta risolta l’incognita legata alla Brexit, e una volta definita la contribuzione a bilancio degli Stati membri. Ed è utopistico pensare che Parlamento e Consiglio Ue si accordino sulla riforma in tempo perché la Pac entri in vigore il primo gennaio 2021.
E’ il pensiero di Paolo De Castro, presidente pro-tempore della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, intervenuto a Bruxelles, al Praesidium del Copa-Cogeca, insieme al commissario europeo all’Agricoltura Phil Hogan e alle organizzazioni agricole e cooperative dell’Ue.
Contro questo rischio, secondo De Castro, serve un regolamento transitorio per garantire certezza giuridica agli agricoltori Ue.
La difesa del budget agricolo è la sfida fondamentale da vincere in questo momento, ha ribadito l’eurodeputato, ricordando che il Parlamento Ue ha chiesto di mantenere per il futuro almeno gli attuali livelli di spesa e un incremento dei contributi all’Ue da parte degli Stati membri dall’attuale 1% all’1,3% del Pil. Basti pensare che una Brexit senza accordo lascerebbe in Europa un buco finanziario di 12 miliardi di euro, tre dei quali a carico della Pac. Gli agricoltori -ha detto- non devono più pagare per le scelte degli altri: prima l’embargo russo, ora la Brexit.
Per questo De Castro ha sollecitato, con Hogan, la presentazione il prima possibile di regole transitorie per estendere l’attuale Pac oltre al 2020, dando la possibilità agli agricoltori di programmare al meglio i loro piani aziendali.