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Dissesto idrogeologico

4,9 milioni di euro per la messa in sicurezza del territorio nel Veneziano

CIA Venezia: «Bene gli interventi, ma non dimentichiamoci della siccità. Ci vuole un tavolo permanente per definire un piano strategico idrico»

Cinque milioni e 900 mila euro arrivano in provincia di Venezia per il contrasto al dissesto idrogeologico. Lo stanziamento, annunciato sabato mattina dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia, è contenuto in un decreto ministeriale licenziato il 10 febbraio.

In particolare 1,5 milioni di euro riguardano lavori lungo le arginature del fiume Brenta nei comuni di Fossò e Campolongo Maggiore; 4,4 milioni di euro invece serviranno per la diaframmatura e il ringrosso delle arginature del fiume Piave nelle aree a valle del ponte sulla SS14, a San Donà di Piave.

«Due interventi importanti – commenta la presidente di Cia Venezia Federica Senno – che si sommano a quelli previsti dal PNRR e annunciati qualche settimana fa, con 20 milioni di euro destinati a sei interventi per opere di rinforzo, sistemazione e protezione del suolo. Si tratta sicuramente di opere attese. Il lavoro stesso degli agricoltori è sinonimo di manutenzione del territorio, ma occorrono anche interventi di portata maggiore, per preservare zone più ampie e i centri abitati da eventi calamitosi, come frane, allagamenti ed alluvioni. Vorrei però ricordare che nel PNRR ampio spazio (con la relativa disponibilità economica) è riservato agli interventi sulla siccità».

La presidente di Cia Venezia ricorda infatti che il tema caldo dei prossimi mesi sarà proprio quello della penuria d’acqua. Secondo l’Anbi (l’associazione dei consorzi di bonifica), i primi 3 mesi dell’anno idrologico (ottobre-dicembre) si sono conclusi con un deficit di precipitazioni di oltre il 28% rispetto alla media del periodo (236 mm contro i 328 mm della media tra il 1994 e il 2021). A soffrire sono soprattutto le falde che in questo periodo dell’anno dovrebbero rimpinguarsi con le piogge autunnali e che invece sono ai minimi rispetto alle medie del periodo.

«Bene con questi lavori – conclude la presidente Senno – ma sollecitiamo gli interventi urgenti sui mini bacini, sulle vasche di laminazione e su tutte le soluzioni utili per trattenere e conservare l’acqua: se no tra pochi mesi saremo di nuovo in emergenza. Inoltre bisogna verificare se i piani delle acque dei Comuni sono aggiornati. Per questo ribadiamo la nostra proposta di costituzione di un tavolo permanente fra consorzi di bonifica, consiglio di bacino, Città Metropolitana, Regione Veneto e le associazioni di categoria, per definire un piano strategico idrico».