Canapa

Cia, settore ad alto valore aggiunto. Parlamento faccia chiarezza

Mille impieghi tra alimentare, tessile, cosmetica e bioedilizia
 

La canapa è il nuovo "oro verde" dell’agricoltura. La sua coltivazione in Italia, con il boom dell’ultimo triennio in cui la superficie dedicata è passata da 950 a oltre 3.000 ettari (+200%) coinvolgendo centinaia di aziende agricole, dipende dai suoi tanti usi e trasformazioni: pasta, pane e farina che non contengono glutine; olio ricco di Omega 3 e dalle spiccate proprietà antiossidanti; mattoni ecologici per la bioedilizia; pellet per il riscaldamento delle case; produzione di tessuti resistenti e green; senza dimenticare gli utilizzi per detersivi, tinte e colori, solventi e inchiostri. Ecco perché non si può ridurre la questione canapa alla sola cannabis light. Così Cia-Agricoltori Italiani, in merito alla decisione delle sezioni unite penali della Cassazione, che potrebbe rischiare di bloccare un settore in pieno sviluppo.
La canapa rappresenta un’occasione unica per i territori -spiega Cia-. Contribuisce a ridurre il consumo di suolo, diserbare i terreni e bonificarli dai metalli. In più, ha un alto valore aggiunto per il Made in Italy, grazie proprio ai suoi mille impieghi nel campo dell’alimentare, della cosmetica, del tessile, del verde ornamentale, della bioedilizia e delle bioplastiche.
Fino agli anni Cinquanta del secolo scorso -ricorda ancora Cia- l’Italia era il secondo produttore mondiale di canapa dopo la Russia e contava fino a 100mila ettari seminati per un milione di quintali prodotti.
Ora c’è il pericolo che l’intero settore della canapa possa subire uno stop, a causa di carenze legislative che devono essere colmate al più presto -conclude Cia-. Il Parlamento porti chiarezza a un comparto di assoluto interesse per il Made in Italy, che non può vivere di vuoti e incertezze normative.